Durante la seconda guerra mondiale il Gruppo riduce la produzione per poi ripartire grazie al Piano Marshall.
Nel 1946 Giorgio Enrico lasciò la guida del Gruppo al figlio Enrico che, dopo appena due anni, decise anch’egli di ritirarsi e dedicarsi alla vita politica. Durante il periodo di occupazione fascista, Enrico aveva fatto parte del movimento di resistenza cattolica. Nella sua casa di via Tamburini 1 a Milano, il 29 settembre 1942, nacque la Democrazia Cristiana, dalla fusione del Partito Popolare di Don Sturzo e il Movimento Neoguelfo di Malvestiti. Enrico divenne senatore nella Ia legislatura ed eletto nel Collegio di Lecco prima di morire prematuramente nel 1953. Alla sua morte il testimone fu preso dal secondogenito Giovanni (Nanni) che, fino al 1971, guidò la grande espansione del Gruppo. Falck arrivò a produrre fino a 1,2 milioni di tonnellate d’acciaio, e divenne il primo produttore privato italiano.
Gli anni Cinquanta si contraddistinse come periodo di grandi invesimenti e incremento della produttività. Nel 1952 nello stabilimento Unione vennero installati i primi due forni elettrici alimentati a rottame. Seguono numerose innovazioni in altri stabilimenti. L’impiego di personale rimase pressochè costante, oscillando tra i 15.000 impiegti del 1947 e i 13.000 del 1970.
Agli inizi degli anni ’60, Falck raggiunse a Sesto San Giovanni la massima espansione territoriale: tre milioni di metri quadri di superficie con 385.000 mq.