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Stabilimento Dongo

La storia della Ferriera di Dongo risale a ben prima del 1906 ed è indissolubilmente legata alla famiglia Falck e alla nascita delle Acciaierie.

Già verso la fine del XV secolo, Dongo veniva annoverata tra i principali centri siderurgici lombardi: dopo la scoperta di due giacimenti minerari, in località Crotto e Tegano, vennero eretti i primi forni fusori a cielo aperto per estrarre il ferro dal minerale e le prime officine per la sua lavorazione. Alla fine del XVIII secolo le miniere, con tutti gli impianti di sfruttamento e i relativi diritti d'acqua, divennero proprietà di Pietro Rubini, il quale, nel 1798, installò a Dongo il primo altoforno a carbone di legna per la produzione della ghisa, con relativa fonderia. 

I segni premonitori di nuove possibilità e di nuove esigenze metallurgiche scaturenti dall'adozione, nelle ferriere straniere, di nuove tecniche produttive, indussero nel 1833 Giuseppe Rubini ad avvalersi della consulenza tecnica dell'ingegnere meccanico alsaziano Giorgio Enrico Falck senior, nonno del fondatore della Società AFL Falck. Sei anni più tardi, esattamente il 7 giugno 1839, fu costituita la nuova società delle Ferriere di Dongo con la seguente ragione sociale “Rubini, Falck, Scalini e Comp.”.

Durante gli undici anni in cui Giorgio Enrico Falck Sr. rimase a Dongo esercitando le funzioni di consocio e di direttore industriale della società, vennero apportate nello stabilimento diverse innovazioni in virtù delle quali la Ferriera di Dongo divenne l'impianto pilota del rinnovamento tecnico della siderurgia lombarda. Nelle sue officine furono fabbricati i cuscinetti a rotolamento in ghisa per la prima ferrovia lombarda, la Milano-Monza (1839) e il celebre “Ponte delle Sirenette” in ferro fuso, sul Naviglio a Milano, inaugurato nel 1842. Nel 1863 a Giorgio Enrico Falck Sr. successe, nella direzione tecnica della società, il figlio Enrico Falck.

Fu però sotto l'impulso dinamico di Giorgio Enrico Falck, il fondatore delle Acciaierie e Ferriere Lombarde, che la Ferriera di Dongo subì profonde e radicali trasformazioni passando dalla laminazione del «ferro a pacchetto» detto anche «ferro comune» e dalla trafileria di tubi di alta qualità alla successiva produzione di getti meccanici in ghisa malleabile, di cilindri in ghisa temprata per laminatoi e di mole abrasive. Nel tempo furono diversi gli interventi di ammodernamento e migliorie apportate agli impianti. Nel 1962 furono ultimati i lavori per la costruzione dell’impianto idroelettrico sul torrente Albano a servizio dello stabilimento e nel 1973 fu installato un nuovo impianto per la formatura e il colaggio dei raccordi in ghisa malleabile.

Nel 1984 la Società mise in atto un vasto piano di ristrutturazione organizzativa mediante la divisionalizzazione dei centri di vendita e produzione. Nacquero, così, quattro Divisioni: Divisione Nastro, Divisione Lamiere, Divisione Tubi e Divisione Prodotti Diversificati. Lo stabilimento di Dongo fu compreso nella Divisione Prodotti Diversificati per la produzione e vendita di raccordi e getti in ghisa malleabile e sferoidale, terminando definitivamente la sua attività negli anni Novanta.

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